Tutta colpa della tecnologia e dei suoi passi in avanti. Sempre più numerosi i modi per entrare in contatto con gli altri e con il mondo, ma sempre meno la privacy che, anzi, diventa di dominio pubblico.
Secondo una statistica del 2016, WhatsApp è una delle app più usate in assoluto. Preinstallata già in tutti i telefonini (di ultima generazione) ancora prima dell’acquisto, senza tener conto che il cliente, poi, la utilizzi o meno. Si dà per scontato. Che poi, parliamoci chiaro, esiste qualcuno che non la usa? Anziani e poppanti non sono contemplati. Anche se dopo gli ultimi aggiornamenti sembra più una torre di controllo che una chat di messaggi simultanea. Quella dannata doppia spunta che provoca, ogni giorno, ansie da visualizzazione, frustazione, litigi di coppia e amicizie messe a dura prova. L’attesa di vedere quella doppia spunta e attendere una risposta che, magari, tarda ad arrivare o non arriverà mai.

Tutto inizia da qui.

Riccardo Merisio è il protagonista sotto l’occhio del ciclone. Trent’anni, un lavoro interessante e ben retribuito presso la Dedala, una società che si occupa di risorse umane, e invaghito della collega Anna. Lei, così enigmatica, così riservata, così diversa dalla sua ex, lo manda letteralmente ko dopo avergli inviato tre emoticon con i cuori in un messaggio di testo.
Tutto sembra scorrere nel migliore dei modi, nonostante qualche strascico del passato, fino al giorno in cui  Riccardo viene obbligato a scaricarsi la versione di Whatstrue. Non c’è verso di ignorare o annullare il download, è una tappa obbligatoria. Non si può più fare marcia indietro. Ed è così che, dopo un rapido aggiornamento, la famosa scritta in alto “… sta scrivendo”, si trasforma in “… sta mentendo”.
Riccardo diventa presto la vittima di un circolo vizioso, dove non riesce a evitare di mettere alla prova tutte le persone che conosce. Si diverte, si arrabbia, si sente preso in giro, si sente triste. Perchè è questo il terribile effetto nel sapere i reali pensieri delle persone. Senza che uno schermo possa mettere un filtro tra te e loro.

«Era una storia incredibile, di quelle che era meglio non raccontare in giro se non si voleva essere presi per pazzi. Eppure, non sarebbe stata la prima volta che la vita faceva quello che né i romanzi né le bugie potevano permettersi: essere inverosimile.»

Però Riccardo non si dà pace, vuole saperne di più. Chi e cosa c’è dietro Whatstrue? E, soprattutto, perchè Anna sta mentendo?
Intelligente, originale, ammaliante, moderno, e piacevole.
Un romanzo che apre uno spaccato sulla nostra società, mettendo in luce alcune fragili situazioni e facendo riflettere sull’utilizzo delle moderne tecnologie e sulle loro conseguenze.
Diventa impossibile non innamorarsi della penna dell’autore che, per mio modesto parere, ricorda vagamente quel De Silva che tanto mi piace. Quella leggera pungente ironia maschile che intriga il lettore e che non risulta mai eccessiva o fuori luogo. Non stanca mai.
Anna sta mentendo è un perfetto incontro tra gli opposti di due parole. Spensierato ma malinconico, divertente ma spiacevole, simpatico ma fastidioso.
Oserei dire un soft thriller psicologico con qualche rapida pennellata di elementi romantici. Un romanzo che potrebbe benissimo essere una cosa, ma che poi, strada facendo, diventa tutt’altra. E no, non è spiacevole… è solo che non te l’aspettavi.
Una nota dolente vogliamo trovarla? Anzi, due. La prima, a essere sinceri, è una mia svista o chiamatela supposizione. Dopo aver letto velocemente la trama, pensavo di avere tra le mani un Gone Girl in chiave italiana, o almeno un thriller psicologico con la P maiuscola. In realtà il romanzo prevede alcuni elementi che lo possono avvicinare al genere, ma la sua natura chiama tutt’altro genere. E poi quel finale frettoloso e prevedibile. Tutte quelle minuziose informazioni sul lavoro e sulla ditta di Riccardo, dovevano servire pure a qualcosa, no?
Una lettura che consiglio per passare le notti in bianco o per avere una scusa per rimandare le cose. Le pagine devono essere fatte di una carta speciale perchè scivolano via che è una meraviglia. O sarà merito dell’inchiostro? O, ancora meglio, sarà merito della penna di Federico Baccomo?

Lucrezia Scali
Written by Lucrezia Scali

Leave a Comment