Buon venerdì, siete pronti ad accogliere il weekend con l’ultima tappa del blog tour che ci ha accompagnato in questi giorni? Un viaggio lungo cinque tappe alla scoperta del romanzo La turista italiana di Maria Tina Bruno, edito da Pop edizioni. E se la curiosità di ogni lettore è stata appagata nel conoscere chi e cosa si nasconde in queste pagine, all’appello manca ancora qualcosa da scoprire : la penna che ha dato vita a tutto questo.

Fermi tutti perchè ho una cosa importantissima da comunicarvi. Avete la possibilità di leggere gratuitamente le prime 13o pagine del romanzo cliccando  QUI . Una bella opportunità per farvi un’idea e procedere all’acquisto. Non male, no?
Se siete capitati qui per caso e volete recuperare i post precedenti, cliccate sul blog di Sonia per iniziare il vostro viaggio.

1-     Com’è nata l’idea per questo libro? Raccontaci un po’ di te e di questo progetto.

Su di me ho poco da dire. Nella mia vita, più che altro, ho usato gli occhi per guardare e il cuore per ascoltare. Non credo di aver vissuto granché. O forse, ho vissuto in un modo diverso, attraverso le storie degli altri, e non le mie. Ho ascoltato moltissime parole, ho guardato visi smarriti, imbarazzati per lo sforzo di provare a spiegarsi, a raccontarsi nel modo che ritenevano migliore. E queste storie nel tempo si sono legate una all’altra, fino a comporre un mosaico, uno scorcio di realtà dove non ci sono personaggi, ma persone. Non ci sono protagonisti e comparse, ma voci, moltissime voci che si raccontano con onestà e semplicità. Come in una cena tra amici, davanti a un buon bicchiere di vino, dove ognuno può mostrare senza timore la propria urgenza di vivere, il bisogno di procurarsi qualcos’altro, qualcosa che sia straordinario, anche solo per un attimo.

2-     Claudia e Alekos non potrebbero essere più diversi: lei bruttina e totalmente insicura di sé, lui bello e desiderato da tutte le donne. Anche il contesto sociale in cui i due vivono è fatto di opposti. Come mai questa scelta?

Claudia non è bruttina, ma Alekos è smodatamente attraente. È questo il problema. Una bellissima pietra raccolta sul fondo del mare e posta di fianco a uno smeraldo perderà luce e colore in un solo istante. Claudia avrebbe potuto reagire a questa enorme disparità tra loro in molti modi, ma purtroppo sceglie il peggiore, e comincia a guardarsi – non con i propri occhi – ma con gli occhi di chi continuamente la paragona a Alekos, e ne esce sempre sconfitta. Claudia si sente inadeguata perché gli altri la considerano inadeguata. Appare “totalmente insicura” perché crede di esserlo.
Personalmente, ho incontrato moltissime donne ostinate e determinate come gladiatori, capaci di trainare la propria vita con la potenza di una locomotiva, ma pervicacemente convinte di essere deboli e incapaci, per i motivi più assurdi e strampalati: “Piango sempre e le persone forti non piangono, perciò sono debole”, e nel frattempo le vedevo costruire, pezzo dopo pezzo, maestose cattedrali quotidiane.
Per quanto riguarda il contesto sociale, le persone quasi sempre si incontrano, non “decidono” di incontrarsi, a prescindere dai rispettivi redditi, soprattutto in vacanza, che è un territorio neutro e dunque meno selettivo. Naturalmente, l’ambiente di provenienza, svanito l’incantesimo della vacanza, diventa una lente d’ingrandimento per tutti quei dettagli e sfumature – o mancanza di sfumature – che nell’euforia dell’innamoramento non si è capaci di vedere. Questo è ciò che accade tra Claudia e Alekos, che tenteranno, però, di trovare un punto di incontro tra due modi di vivere piuttosto lontani.   

3-     Per una milanese sarebbe stato facile ambientare il proprio libro a Milano, invece tu, a parte un piccolo scorcio iniziale e finale, hai deciso di ambientare questo libro a Creta. Come mai? C’è qualcosa che ti lega a quest’isola e ai luoghi che descrivi nel romanzo?

Gli uomini e le donne di questo romanzo si trovano a dover fronteggiare, ogni giorno, situazioni complesse, o quantomeno faticose, come accade peraltro ad alcuni di noi. Sono incapaci di tenersi in equilibrio sul filo della vita, vivono di espedienti, economicamente o sentimentalmente, perché non sanno cosa fare, né come farlo. Procedono per tentativi, ci provano, sbagliano, ci riprovano. Perciò, ad ambientare il romanzo in una città efficiente ed esigente, come Milano, mi sarebbe sembrato veramente di infierire. D’accordo, la loro vita è complicata, ma almeno la mattina quando si svegliano possono guardare il mare.

4-     Nel libro citi diversi fumettisti italiani e anche dei famosissimi cantautori del passato. Sono tue passioni oppure ti serviva solo per creare il contesto giusto nel libro?

Ho una passione insana per i fumetti, da sempre. E ho una passione morbosa per le parole: Piero Ciampi, Rino Gaetano, Fabrizio De André, Jacques Brel possiedono il dono di saper scrivere e saper raccontare la vita in modo straordinario. Le loro canzoni hanno reso più interessanti le mie giornate. Ma devo ammettere di aver ascoltato per la prima volta le canzoni di Mannarino a casa di amici greci, a Creta. È stata una cena surreale: ognuno dei presenti possedeva una conoscenza approfondita, quasi capillare, di scrittori, musicisti, registi, fumettisti italiani, del presente e del passato. Ero abbastanza sconcertata. A un certo punto ho persino pensato che fossero pagati dalla Pro Loco per incentivare il turismo delle donne italiane a Creta. Mi sembrava di essere al luna park… I greci sono una meraviglia, lo ammetto. (Talvolta, e taluni…)   

5-     La tua descrizione dice: “Di giorno scrive, di notte legge”. Cosa ti piace leggere? Qual è il libro che hai letto e ti piacerebbe aver scritto?

Il libro che sto leggendo è Una cosa che volevo dirti da un po’ di Alice Munro. Il libro che mi piacerebbe aver scritto è il prossimo. Per me scrivere è decisamente faticoso, richiede una enorme quantità di lavoro e i risultati sono spesso frustranti. Rimango lì, per giorni, mesi, anni a battere sulla tastiera, mentre il mio lettore immaginario ­– seduto sempre di fronte a me – scuote la testa, risoluto e severo: “Non è per niente chiaro. Riscrivi tutto daccapo. Non so tu, ma io non ho capito”.
Per quanto riguarda i libri altrui, sono onnivora: da Pinter a Sarah Kane, da Bukowski a Elizabeth Strout, da Agota Kristof a Pasolini, da Andrea Pazienza a Ghiannis Ritsos.  

6-     Quello che emerge da questo romanzo è sicuramente l’immensa potenza dell’amicizia. Claudia ha un’amica che la sostiene (anche economicamente) pur di vederla felice mentre Alekos non è mai solo, è sempre circondato da amici fidati. Quanto è importante questo tema per te?

Credo che l’amicizia sia la massima risorsa di cui disponiamo: è l’amore limpido, disinteressato che a volte affiora tra le persone, senza condizioni e riserve. È un distillato di amore che non indietreggia mai, non si scoraggia mai. Una pianta che può attecchire dappertutto, come l’edera o la gramigna, ma bisogna saperla riconoscere e averne cura.  
7- Il sesso, è innegabile, è un parte fondamentale del romanzo. Non hai paura che questo possa allontanare una fetta di lettori o credi comunque che questo sia un libro adatto a tutti?
Sul sesso la penso come Claudia e Alekos: i corpi hanno bisogno di carezze, altrimenti avvizziscono. Non riesco a scorgere nella sessualità niente di insano o vergognoso. Perciò, non credo che qualcuno possa sentirsi intimorito o oltraggiato dal sesso presente nelle pagine di un romanzo. Piuttosto, sarebbe interessante soffermarsi su come le abitudini sessuali, di giovani e meno giovani, si stiano “deformando”, uniformandosi ai canoni imposti dall’immensa diffusione della pornografia in Internet, e dall’altrettanto immensa facilità con cui chiunque può accedervi, soprattutto in giovanissima età. Il personaggio di Claudette, per esempio, con la sua visione alterata della sessualità, mi ha dato modo di approfondire alcuni aspetti e fraintendimenti comuni a molte più persone di quanto si creda.
Per rispondere alla tua domanda, non so se questo romanzo sia adatto a tutti oppure no. Di sicuro, accedere a un sito porno solo cliccando, nella visione di un adolescente o preadolescente, può essere oggettivamente pericoloso e fuorviante. E ritengo che sarebbe necessario parlarne di più e più apertamente.  
 
8- Dicci tre aggettivi con cui descriveresti Claudia e tre con cui descriveresti Alekos.
Te ne dico uno soltanto, che vale per entrambi, e mi ha creato moltissimi problemi mentre cercavo di raccontare la loro storia: imprevedibile.
Claudia e Aleksandros sono imprevedibili al limite della (mia) esasperazione. Ogni volta che mi sembrava di conoscerli, di averli finalmente compresi, di avere intuito in quale direzione stessero procedendo, “i due allegri sbruffoncelli” mi scombinavano tutto, imboccando sentieri segreti, lanciandosi da scogliere inconcepibili, bagnandosi in torrenti di parole fino a quel momento inesistenti. Per darti un’idea di cosa intendo, nelle situazioni in cui io mi sarei consumata di lacrime, loro ridevano. In quelle d’amore, litigavano. E quando cercavo di allontanarli uno dall’altra, si prendevano per mano e correvano via felici. Lontano da me.
Li ho rincorsi dappertutto, continuamente, mentre sottovoce mormoravano parole d’amore per non farsi sentire da nessuno, soprattutto da me.
 
9- Il tuo libro fosse una canzone, quale canzone sarebbe?
Sarebbe bello se questo romanzo somigliasse alla musica di Mikis Theodorakis, nel film Zorba il greco, quando Anthony Quinn balla superbamente sulla spiaggia di Stavros. Se avessi potuto, però, mi sarebbe piaciuto fare ascoltare a ognuno dei personaggi di queste pagine una canzone che – se non fossi refrattaria ai tatuaggi – mi sarei fatta tatuare in fronte, da almeno cent’anni: Malarazza di Domenico Modugno: Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastune e tira fora li denti”.
 
10- Ultima domanda: stai lavorando a qualcosa di nuovo? Sentiremo parlare ancora di Claudia e Alekos? Se sì, puoi anticiparci qualcosa?
Quando lasci che un personaggio prenda forma, che abbia una voce e una vita, che abbia sentimenti e risentimenti, non puoi pensare di spegnerlo a comando, quando vuoi tu. Finché ha qualcosa da dire, devi ascoltarlo, o continuerà a saltare, e urlare, su ogni parola che proverai a scrivere. Tra l’altro, come spiego a Claudia e Alekos che adesso sono diventati un romanzo pubblicato e la loro storia si conclude qui?
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Lucrezia Scali
Written by Lucrezia Scali

    3 commenti

  1. Barbara Cap. 31 Maggio 2019 at 12:00 Rispondi

    Grazie per questa bella intervista.

  2. Michele 1 Giugno 2019 at 12:28 Rispondi

    Usualmente non leggo le interviste agli autori, mi limito a leggere il libro e mi basta. Mi sono imbattuto in questo giro del libro (dai diciamolo in italiano che è una lingua bellissima) e vado fino alla fine. I cantautori citati dall’autrice sono tra i miei preferiti. un punto in più.

  3. audrey 1 Giugno 2019 at 15:52 Rispondi

    molto carino leggere l’intervista a completamento di questo percorso!
    https://www.audreyinwonderland.it

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