Tutta colpa di Netflix è un appuntamento a cadenza casuale. In ogni puntata vi parlerò di una serie tv che ho concluso nell’ultimo periodo.

Mi ricordo, tanti anni fa, che alcuni miei amici mi parlavano di un telefilm che stavano adorando e che mi consigliavano di vedere. Era sulla bocca di tutti, sentivo quel titolo dappertutto, ma io non ero ancora pronta. Sarà che all’epoca ero più fissata con i film o seguivo serie tv molto lontane da questo genere, sarà che all’epoca trovavo più divertente respirare l’aria fresca che ritrovarmi sul divano attaccata a un televisore, sta di fatto che mi sono sempre tenuta alla larga da Lost. Anzi, se proprio devo dirla tutta, con il passare del tempo mi sono totalmente dimenticata dell’esistenza di questo telefilm. Sì, fino al giorno in cui mi sono iscritta a Netflix.
Maledetto il mese di prova gratuita, fatto sicuramente per spingere le persone a confermare l’abbonamento, e beata la vita che avevo prima di Netflix. Prima di scoprire la sua esistenza ero una persona normalissima, che andava ogni tanto al cinema, che a un film in tv preferiva la lettura di un buon libro, e che non era tentata dalle serie tv. Forse un pochino, ma niente a che vedere con la dipendenza che ho oggi.
Wow, mi si è aperto un mondo fantastico! Tantissime serie in un colpo solo, difficile scegliere da dove iniziare e mettere d’accordo anche il mio compagno. Così, un po’ per gioco e un po’ per curiosità, l’attenzione è stata catturata da Lost. Ho pensato “Ma sì, proviamo a vedere questo famoso telefilm. Tanto so che mi deluderà”, in più, come punto a suo favore, ben 6 stagioni per una media di circa 20 episodi a stagione… ero certa che mi avrebbe accompagnato per un bel po’ di tempo.
In effetti è stato così, anche se certi venerdì sera mi sono sparata oltre sei episodi in una volta sola. La dipendenza era iniziata e me la sono goduta fino alla fine.
Facciamo un passo indietro, che cos’è Lost?

Lost è una delle serie tv più amate di sempre, e solo adesso capisco il perchè. Sono passati 12 anni dalla prima messa in onda e ancora riesce a far parlare di sè, ancora lascia i suoi spettatori senza parole e con un finale davvero sorpredente e inaspettato. Basta fare un giro tra i motori di ricerca per rendersi conto che è pieno di teorie differenti riguardo a questo “famoso” finale. Molti telespettatori, infatti, non lo hanno gradito e neanche perdonato. Forse andrò controcorrente, ma l’ho trovato perfetto. Non poteva esserci finale migliore per una serie così incredibile, da lasciarti come un perfetto idiota anche nell’ultima puntata.

Nel 2004 un volo di linea, l’Oceanic Airlines 815, si schianta su un’isola deserta. Deserta solo in apparenza, perchè i pochi sopravvissuti scopriranno a loro spese che non è così. L’isola, in realtà, era stata scoperta dal progetto “Dharma”, che decise di sfruttare le sue proprietà, conducendo delle ricerche sull’isola utilizzando una serie di stazioni. Molte di queste saranno ritrovate dai superstiti nel corso delle puntate.
La prima puntata ci mostra lo schianto dell’aereo, una spiaggia caraibica, una fitta foresta, resti di rottami ancora pericolosi, persone morte, e i sopravvissuti che tentano di mettere in salvo i feriti. Tra questi c’è Jack Shepard, un facoltoso chirurgo, che tenta di prendere in mano la situazione e fare il possibile per salvare più vite. La situazione è davvero drammatica, l’impatto è stato violento e la coda si è staccata dal resto dell’aereo e non si vede all’orizzonte.

Facciamo conoscenza fin sa subito dei principali personaggi coinvolti nell’incidente, ognuno di questi cattura l’attenzione del pubblico per diversi motivi. Come non notare una giovane ragazza incinta, o un uomo che si tocca perplesso le gambe come se le vedesse per la prima volta, o un marito coreano che invita la propria donna ad abbottonarsi il cardigan.
Da questo momento il telespettatore inizia a interrogarsi, è curioso di conoscere la vita di questi personaggi. Chi sono e, soprattutto, dove caspita sono finiti? Perchè alcuni si comportano in modo così strano invece di essere sotto shock?
Tanti piccoli indizi vengono sparsi nel corso delle puntate, creando una suspance sempre più presente grazie all’utilizzo di flashback e di cliffhanger. Una puntata tira l’altra, meglio di una famosa marca di patatine, e il rischio è quello di fare le ore piccole per sapere quale altro mistero circonda l’isola. Vi assicuro che per contarli non vi basteranno due mani.
Il bello di questa serie è che non mette da parte alcuni personaggi a svantaggio di altri, c’è un filone principale che ruota attorno al personaggio di Jack, ma che poi in realtà è quasi impercettibile. Ogni personaggio ci racconterà la sua storia, chi era prima di finire sull’isola e che cosa deve affrontare, quali saranno le sue scelte per andare avanti. Perchè non c’è una scelta facile e una difficile, la questione più importante è fino a dove vuoi spingerti per trovare una spiegazione. Anche rischiando la tua stessa vita.
Cosa che rende questo telefilm unico nel suo genere è quello di spezzare la simpatia che, spesso, ruota attorno a un solo beniamino, ma provocare nel pubblico un feeling a pelle con molti più personaggi. Ognuno di questi è caratterizzato al massimo, è impossibile non affezionarsi alle loro storie e ai loro drammi. Diventi parte integrante di quel gruppo che lotta per sopravvivere e che spera, un giorno, di poter far ritorno a casa.

Io non nego che, in buona parte della prima serie, ho simpatizzato per il bel dottorino Jack Shephard e tifato per la nascita di una relazione con la fuggiasca Kate Austen. Superata questa fase, Lost ha ribaltato l’intera situazione, portandomi a tifare per James Ford ( Sawyer) e per Kate. Anche se poi è subentrata Juliet e, ancora per una volta, ho ribaltato tutto. Solo se avete visto Lost potete capirmi. Insomma, è un gran bel casino!
Tornando all’isola, c’è qualcosa di molto strano. Forse il primo mistero da risolvere è proprio questo. Si tratta davvero di un’isola magica, con proprieta uniche nel suo genere, o è solo una base per assurdi studi scientifici?

Come dicevo prima, la parola che può racchiudere l’intera serie è Mistero. Non c’è un singolo episodio senza uno o più misteri, non esistono episodi privi di colpi di scena, di segreti che vengono a galla, di ribaltamento di squadra. Per chi segue Lost, non è facile stare dietro a tutto, soprattutto dalla sesta stagione che ti manda letteralmente in crisi. Una crisi che non sai come definire, se piacevole o meno, sta di fatto che ti sembra strana. Buttata lì per allungare il brodo, ma al tempo stesso talmente assurda che sembra presa da un altro telefilm.

La giungla, luogo principale dell’intera serie, è fitta di misteri, sembrano spuntare uno dopo l’altro, e più si va avanti e più diventano talmente grandi da sembrare insuperabili. Sono troppi, i protagonisti non sanno più dove guardare, dove sta la verità e dove no. Il gruppo si divide tra chi cerca una spiegazione scientifica e chi crede nel destino, chi ha fede. Tanti piccoli tasselli sparpagliati nei vari episodi, che il lettore deve ricordarsi per arrivare al tassello più grande. Tutti sono utili per l’ingranaggio finale.


Nostalgia è l’unica parola che mi viene in mente dopo aver concluso queste sei stagioni. L’ho amata? Da impazzire. La consiglio? Certo che sì.
Spero di trovare presto un’altra serie all’altezza di Lost, così magari è la volta buona che riesco a togliermela dalla testa.

Lucrezia Scali
Written by Lucrezia Scali

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